Immancabile, essenziale e talvolta vera e propria mania : stiamo parlando della tovaglia, ovvero il pezzo di stoffa più antico e famoso al mondo. Vi siete mai chiesti quando ha fatto la sua prima comparsa sulle nostre tavole imbandite? Quando e dove sia nato l’uso di questo ornamento?
Ebbene, percorriamo adesso le sue tappe fondamentali; dalle origini all’età moderna di questo ormai famoso oggetto di culto.
Orgoglio Italiano: la tovaglia nasce a Roma
L’utilizzo della tovaglia è accertato, sembra infatti nascere presso gli antichi Romani; amanti dei banchetti e dunque di quella convivialità che ha fatto del concetto di “tavola” la vera chiave di volta culturale.
“Convivio”[dal lat. convivium, der. di convivĕre «vivere insieme»]un termine aulico che indicava appunto il banchetto ,ma ancor di più una comunità riunita attorno ad un pasto, nella condivisione di un momento socializzante e di forte aggregazione.
Successivamente, in età Repubblicana, con l’importanza ed il valore che iniziò ad assumere il rituale del cibo, l’apparecchiatura e l’utilizzo della tovaglia divennero segno espressivo di civiltà.
Ecco allora scovato l’antenato della tovaglia; un lungo panno simile ad un tappeto sul quale venivano poggiati i piatti principali( con la probabile funzione di assorbire i liquidi e i residui di cibo).
La tradizione vorrebbe l’imperatore Tito Flavio Domiziano inventore e maestro di questo utile stratagemma, trasformando dei lunghi pezzi di tela in espedienti d’uso quotidiano.
Addirittura intorno al I secolo, compaiono testimonianze sull’utilizzo di tovaglioli in lino( mappae o mappulae) che portavano da casa i convitati, come anche di panni utilizzati per detergere mani, viso e bocca a tavola(orarium,sudarium).
Medioevo e Rinascimento: la tovaglia come status symbol
Nel corso dei secoli la tovaglia acquista un sempre crescente segno di decoro, eleganza e distinzione.
Nel Medioevo, spopolavano le tovaglie bianche di lino dette “perugine”(con trama a occhio di pernice o spina di pesce bassa, con fasce colorate in blu e in qualche rarissimo caso anche in color ruggine), ornate di strisce e riquadrate con balze dai colori intensi. Principalmente erano usate per apparecchiare le tavole nel corso di occasioni importanti diventando quindi appannaggio delle classi dominanti.Talvolta si arrivava anche a profumarne i tessuti e a sovrapporne di diverse tinte in modo che si intonassero di volta in volta al colore delle pietanze servite.
Negli usi cavallereschi dell’epoca, la tovaglia divenne segno di prestigio, ed esserne privati costituiva una forma di umiliazione. Basti pensare che ai cavalieri macchiati di disonore, veniva tagliata la tavoglia in prossimità del posto a sedere, mentre alcuni Crociati fecero voto di non mangiare più con la tovaglia fino a che non avessero portato a termine la loro missione in Terra Santa.
In epoca Rinascimentale la tovaglia diventa sempre più elemento esclusivo e distintivo delle classi agiate, arricchite da ricami e decori sempre più sfarzosi ed importanti. Sappiamo addirittura che il letterato e umanista Bartolomeo Sacchi detto “Platina” sconsigliava una mise en place dai colori sgargianti per non infastidire la vista dei commensali. Un vero e proprio influencer ante litteram!
Ultime evoluzioni nei secoli: la tovaglia, must have indiscusso
Nel corso del ‘500 fanno la loro comparsa ricami e complicate decorazioni tessili, e in età Barocca le tavole sempre più impreziosite da tessuti damascati e pizzi, conferivano un aspetto sempre più vistoso grazie all’utilizzo di ulteriori drappi colorati.
Il secolo dei Lumi volle un invece celebrare un ritorno alla semplicità, dunque le complesse lavorazioni tessili scomparvero del tutto cedendo posto alla tovaglie lisce e bianche orlate di trine. Nel frattempo, la tovaglia si fa più lunga e ampia coprendo il tavolo fino a terra.
Compaiono inoltre i centrotavola, primi fra tutti i candelabri. L’800 e ‘900 determinano la tovaglia e l’apparecchiatura come un vero e proprio fatto di stile.
L’evoluzione della tovaglia e tovagliati è in continua evoluzione, inseguendo e interpretando gusti e tendenze di varie epoche giungendo fino ai nostri giorni. Ciò che rimane invariato nel tempo è la sua essenzialità, molto di più di un semplice pezzo di stoffa ma vero e proprio fatto culturale.